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No al concorsone: la protesta dei prof precari

Il prefetto di Milano non ha neppure ricevuto i nostri delegati sindacali sintomo evidente che il settore scuola non ha alcun peso nel nostro Paese Lo sconforto di Pino Pellegrino, sindacalista della Ui Scuola Rua, dopo la protesta dei docenti precari di mercoledi scorso, è davvero tanto, C’era anche una delegazione di prof lecchesi, mercoledì pomeriggio davanti alla Prefettura di Milano. Si tratta di quegli insegnanti, che 11 22 ottobre si troveranno ad affrontare il concorsone mentre il numero dei contagi da Covid-19 sta salendo e aumentano i rischi. I precari sono stati accompagnati dal sindacalista della Uil Scuola Francesco Fusco. Le altre associazioni di categoria lecchesi purtroppo non sono riuscite ad organizzarsi e a recarsi a Milano – ha aggiunto Pellegrino – Noi della Uil ci siamo divisi i compiti: lo sono rimasto in città per tenere aperta la sede mentre il collega Fusco ha accompagnato i docenti davanti alla Prefettura in largo 11 settembre.

Il mondo della scuola sta pagando lo scotto di una scarsa con- siderazione da parte della politica, per questo era importante questa azione di forza. Aggiunge Francesco Pusco: Per noi era fondamentale essere a Milano perché vogliamo fermare assolutamente questo concorso. Finito il sit in i segretari regionali delle tre sigle confederali si sono recati in Prefettura per consegnare una lettera al Prefetto che però non ci ha ricevuti. Trovo antidemocratico che un Prefetto che rappresenta 1 cittadini si rifiuti di accogliere una delegazione della categoria della scuola. E ancora. Per la Uil di Lecco, una scuola che stenta a partire, tra carenza di banchi, mascherine insufficienti, alunni in quarantena, contenziosi su chi deve gestire even- tuali casi di infezioni, non va ulteriormente stressata – concludono i due sindacalisti – E’ un’avventura che pud finire male.

Molti docenti si sposteranno da una città all’altra, da una regione ad altra, nella speranza di maggiori “chances” coinvolgendo nelle procedure migliaia di componenti delle commissioni, addetti alla vigilanza individuati tra il personale scolastico e alla sanificazione. Tale sorte toccherà anche a tutti gli insegnanti precari che, a causa delle aggregazioni territoriali, saranno costretti a recarsi in Sicilia, Puglia, Campania, Lazio e Lombardia, ossia nelle regioni che, al momento, registrano un alto tasso di positivi, per cui sarà inevitabile essere esposti al rischio di contagio; rischio che sarà potenziato anche dalla necessità di utilizzare i mezzi di trasporto pubblici. Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina sta conducendo una battaglia personale contro i precari e chi li rappresenta. La fretta di mettere in piedi un concorso senza le dovute garanzie è emersa di fronte alle domande del sindacati. Sono circa 70.000 gli aspi. ranti divisi in tutte le regioni: saranno sottratti al loro lavoro, cosi come commissari, che si dovranno dividere tra lezioni al mattino e correzioni il pomeriggio. Una confusione che ri cadrà sugli studenti che rischiano di vedere un altro anno andare in fumo. E’ cosi difficile capire che sotto pressione non si lavora bene? Sul corpo debilitato della scuola si vuole, dopo le graduatorie provinciali, introdurre un altro stress che il sistema non potrà sicuramente reggere

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