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Bonus 200 euro, doccia fredda per i precari della scuola: bocciato emendamento. Tuzi contro Bianchi e Franco: “Si sono messi di traverso”

Niente da fare per i precari della scuola con contratto a tempo determinato scaduto al 30 giugno. Nessun bonus 200 euro è previsto per loro. L’emendamento al Decreto Aiuti presentato dal Movimento Cinque Stelle è stato bocciato durante l’esame del provvedimento presso la Commissione Bilancio della Camera.

Così come segnalato, il provvedimento avrebbe assicurato a tutti i lavoratori della scuola, compresi i precari, il bonus 200 euro. Invece l’emendamento presentato dal M5S è stato bocciato in sede di esame del decreto Aiuti.

Tuzi contro Bianchi e Franco: “Si sono messi di traverso, preferendo orientare questi fondi su altro”

“Gli insegnanti con contratto a tempo determinato con scadenza a giugno percepiranno i sostegni al reddito ma non il bonus perché il requisito è il sostegno al reddito su quel mese oppure la busta paga. C’è, quindi, una criticità che va subito sanata, poiché crea ulteriori distinguo tra precari ed incide sulla qualità della vita”scriveva nella richiesta il M5S.

Per il momento niente da fare, ma il M5s vuole riprovarci più avanti. A Fanpage, interviene Manuel Tuzi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle presso la commissione Cultura della Camera: “Noi abbiamo in pratica persone che hanno un contratto a tempo indeterminato, tra insegnanti e personale ATA, a cui viene garantito il bonus, persone che hanno la Naspi e che erano in disoccupazione che ad ottobre prenderanno comunque l’aiuto di 200 euro sul mese di giugno, mentre i giovani precari si trovano in un limbo paradossale: siccome fino a giugno hanno lavorato non potranno avere alcun bonus neanche a ottobre. È assurdo che vengano escluse proprio le persone che non avendo una stabilità avrebbero maggior bisogno di ricevere un sostegno, mentre sono incluse le persone che hanno un contratto a tempo indeterminato. La categoria dei precari doveva essere salvaguardata”.

Poi rincara la dose contro il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e contro i tecnici del Ministero dell’Economia. Per Tuzi “si sono messi di traverso, preferendo orientare questi fondi su altro. Noi ci siamo occupati del mondo del precariato non solo su questo, ma anche presentando un emendamento al Pnrr 2 al Senato. Lì siamo riusciti a ottenere lo scorrimento delle graduatorie per gli idonei dei concorsi della secondaria, come era già stato fatto per la primaria, proprio per aiutare i precari. Cercheremo adesso di avere un nuovo confronto con il ministro Bianchi. Ma era questa la finestra idonea, anche perché si davano 14 miliardi di aiuti, e in più c’era stato un extra gettito aggiuntivo. A questo punto aspettiamo i prossimi decreti che arriveranno, e ripresenteremo l’emendamento, naturalmente in forma diversa”.

Esclusi, dunque, tutti i docenti e Ata non di ruolo con incarico che termina il 30 giugno 2022. Si tratta di lavoratori che hanno beneficiato dell’esonero dello 0,80% nel primo quadrimestre dell’anno in corso ma che, non avendo una “retribuzione” nel mese di luglio (condizione prevista dal Decreto Aiuti), in quanto non più in servizio, non potranno ricevere direttamente l’indennità dall’istituto scolastico.

Bonus 200 euro, domande sul sito dell’Inps. A docenti e ATA arriva in automatico

Al via le domande per il bonus 200 euro, l’indennità una tantum, sul sito dell’Inps. Per accedere all’istanza è necessario essere in possesso dello SPID e autenticarsi. Il personale scolastico non deve presentare domanda, il bonus arriva automaticamente.

Le categorie di lavoratori che sono tenuti a presentare domanda sono:

  • i lavoratori domestici
  • i lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa
  • i lavoratori stagionali, a tempo determinato e intermittenti
  • i Lavoratori iscritti al Fondo Pensione Lavoratori dello Spettacolo
  • i lavoratori autonomi (privi di partita iva)
  • i lavoratori incaricati alle vendite a domicilio

Link per accedere all’istanza

L’autodichiarazione non è necessaria per i dipendenti pubblici i cui servizi di pagamento delle retribuzioni del personale siano gestiti dal sistema informatico del MEF.

Dunque, sono compresi i lavoratori della scuola.

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